lunedì 2 marzo 2015

MINIMI CONTRORDINE

Chi ha iniziato a febbraio
Il problema riguarda, però, coloro che a gennaio e febbraio hanno già emesso documenti fiscali e che dovranno essere messi in condizione di poter rettificare la scelta effettuata. In sostanza che cosa può fare chi nel 2015 ha già emesso fatture con l’indicazione di volersi avvalere del forfettario e che intende ora optare per i minimi al 5 per cento? Non sembra necessario passare dall’annullamento del documento originario con una nota di variazione (articolo 26 del Dpr 633/1972): il cambio del regime fiscale non rientra nell’elencazione prevista dalla norma e il documento originario, comunque, non incorporava l’Iva.
Anche se si auspica un chiarimento ufficiale in tal senso, si ritiene che sia possibile sostituire il documento originario con uno nuovo che annulla il precedente e che attesta il regime fiscale correttamente adottato. In questo caso, può rivelarsi ulteriormente utile supportare (e conservare) la sostituzione della fattura con la corrispondenza intrattenuta nei confronti della controparte. Per gli stessi soggetti andrà inoltre chiarito come revocare l’opzione per l’agevolazione di previdenziale, laddove sia stata già esercitata sulla base delle indicazioni della circolare Inps 29/2015.

I contributi Inps
La possibilità di optare per il regime dei minimi al 5% per tutto il 2015 non è l’unica novità per chi esercita un’attività di lavoro autonomo con partita Iva. La conversione del Milleproroghe interviene, infatti, sulle aliquote contributive di autonomi e freelance iscritti alla gestione separata Inps sterilizzando l’aumento di tre punti percentuali che sarebbe scattato da quest’anno. Così l’aliquota per il 2015 resterà al 27,72% (27% per i contributi e 0,72% per indennità di maternità), per poi salire al 28,72% nel 2016 e arrivare al 29,72% nel 2017.

 

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